domenica 29 gennaio 2012

One Lovely Blog Award

Sono sempre più colpita ed estasiata da quanto siete meravigliosi! In questa grigia domenica invernale infatti, Strawberry mi ha illuminato la giornata con un altro premio: One Lovely Blog Award. Mi fa davvero un piacere immenso, quindi grazie grazie e ancora grazie.

Ebbene, a questo punto devo raccontarvi 7 cose di me, anche se ormai non so più cosa svelarvi di così interessante per non annoiarvi, e poi girare questo premio ad altri blog (e questa è decisamente la parte che preferisco).

7 cose a proposito di Nicky:

1. Ho 6 meravigliosi nipoti, di età compresa fra il mese e mezzo e i 12 anni. Tecnicamente sarebbero figli dei miei cugini, ma essendo figlia unica e chiamandomi loro zia li considero nipoti a tutti gli effetti. 

2. Il mio primo viaggio all'estero è stato a Brighton nel lontano 1998. Avevo 15 anni ed è stata una delle migliori esperienze della mia vita, condivisa peraltro con la mia migliore amica.

3. Ho una passione sfrenata per la cultura degli Indiani d'America e spero un giorno di poter fare un viaggio sulle orme delle tribù di questo meraviglioso popolo.

4. Provo un amore folle (ma folle sul serio) per Patrick Dempsey, tutta colpa di Grey's Anatomy.

5. Il mio colore preferito è il verde, ma amo moltissimo anche il viola e tutti i suoi derivati

6. Ho una piccola cicatrice sotto il sopracciglio sinistro, testimonianza perenne di un tuffo carpiato in avanti che mi ha vista protagonista in seconda elementare. Sono finita dritta dritta sullo spigolo di un banco.

7. Io ballo. Sempre. Se c'è la musica accesa, qualsiasi tipo essa sia, non riesco a star ferma. Mi è fisicamente impossibile.


E ora i blog a cui ho deciso di conferire questo premio:
  • Chocolate Rose le cui creazioni sono semplicemente fantastiche
  • Una ciliegia tira l'altra che mi lascia sempre un senso di serenità quando passo da lei
  • Colorare la vita che ha saputo creare attraverso il blog un luogo magico
  • Susy Cottage perché quando navigo nel suo blog ho sempre la sensazione di estraniarmi dal frenetico mondo esterno per trovare un po' di pace
Ancora un grazie enorme a Strawberry, e a tutti voi, come sempre
Buona lettura! 

giovedì 26 gennaio 2012

Venti corpi nella neve


Titolo: Venti corpi nella neve
Autore: Giuliano Pasini
Editore: TimeCRIME
Collana: Narrativa
Pagine: 331
Prezzo: 7,70 €
Formato: copertina rigida
Anno 1ª edizione: 2012
Genere: gialli, thriller
Codice ISBN: 978-88-6688-002-8


Trama: Case Rosse minuscolo borgo nell'Appennino tosco-emiliano, ha un primato: è la sede del commissariato più piccolo d'Italia, diretto da Roberto Serra - che viene da Roma ed è considerato uno 'ed fora' - con l'aiuto dell'agente Manzini. Non succede mai nulla se non qualche rissa tra ubriachi il sabato sera. Ma la notte del Capodanno del 1995 una telefonata sveglia Manzini in piena notte. Ci sono tre cadaveri al Prà grand, uccisi senza pietà. I due poliziotti accorrono sul luogo del delitto e uno spettacolo raccapricciante si presenta ai loro occhi: un uomo, una donna e una bambina sono stati colpiti a morte da distanza ravvicinata con un fucile. È un'esecuzione, senza alcun dubbio. Ma non ci sono schizzi di sangue intorno alle vittime e la loro posizione non combacia con la traiettoria degli spari. A chi appartengono questi corpi straziati che chiedono giustizia? Chi ha violato la pace di quel piccolo paese perso tra le montagne, e per quale motivo? E perché così tanta violenza da sorprendere anche un uomo come Roberto Serra, abituato a omicidi ben più efferati? Per il commissario comincerà un'indagine che lo porterà a rivivere il passato del luogo in cui si è rifugiato, e ad affrontare i demoni che albergano nella sua anima e nel suo cuore.
(dal risvolto di copertina)

Giudizio personale: Da quasi un'ora fisso la barra del cursore lampeggiare su sfondo bianco cercando il modo migliore per iniziare questa recensione: ci sono talmente tante cose che vorrei scrivere a proposito di questo libro che non so nemmeno da dove cominciare. Allora penso sia il caso di scegliere la via più banale e scontata: questo romanzo è semplicemente bellissimo! È innanzi tutto un thriller eccezionale, dalla trama perfetta. Il protagonista è Roberto Serra, commissario in un piccolo borgo arroccato sull'Appennino Tosco-Emiliano, tra Modena e Bologna. Serra conduce un'esistenza ordinata e appartata, in cerca di quella pace che per anni gli è mancata, anni in cui omicidi e violenza erano il suo pane quotidiano. Da quando è arrivato a Case Rosse però è riuscito a chiudere in un cassetto quel passato fatto di dolore e sofferenza fino a quando, la mattina del 1° gennaio 1995 una telefonata sconvolge per sempre la tranquillità del più piccolo commissariato d'Italia: un uomo, una donna e una bambina giacciono morti al Prà Grand vittime, sembra, di un'esecuzione. Quei tre corpi sono destinati a riaprire un abisso buio e infernale sotto i piedi di Roberto. È una voragine fatta di urla strazianti, di occhi imploranti giustizia: Serra non può più scappare, deve affrontare i fantasmi di un passato tornato a tormentarlo e chiudere questa indagine, che si rivelerà essere tutt'altro che semplice. Gli abitanti di Case Rosse sono increduli e attoniti per la violenza che si è abbattuta su di loro, eppure omertà e reticenza rendono la ricerca dell'assassino ancor più complicata. L'intreccio procede alla massima velocità, catturando il lettore in maniera inesorabile, impossibile staccarsi dalle pagine, impossibile non farsi coinvolgere. Perché questo libro è tante storie, tanti destini incrociati fra loro, tanto dolore che crea altro dolore. Venti corpi nella neve infatti, affonda le sue radici nelle pagine più cupe della storia italiana, pagine vergate col sangue versato durante la seconda guerra mondiale. Anche per questo non potevo non rimanere colpita da questo piccolo capolavoro, io che sono cresciuta ascoltando i miei nonni raccontare della guerra, di cosa sono stati quegli anni quando, come scrive Pasini, fu la guerra ad arrivare a casa loro. E allora questo libro, per quanto straziante e commovente, fa bene al cuore perché è nostro, fortissimamente italiano (nella migliore accezione del termine), e ci ricorda quanto sia indispensabile non dimenticare. 
Poi c'è Roberto Serra, per il quale provo un amore folle: lontano anni luce dallo stereotipo del super poliziotto è un uomo dalle mille risorse. Completamente disinteressato a velleità carrieristiche, è fondamentalmente un buono, solitario e riflessivo non tollera l'arrogante e presuntuoso Sernagiotto, vice questore responsabile delle indagini, e combatte contro l'ostilità dei concittadini. Ma più di ogni altra cosa Roberto ha un dono, o dal suo punto di vista una condanna: lui la chiama Danza e si scatena all'improvviso, impossibile evitarla. Quando la danza lo coglie tutto attorno a lui si trasforma, lui non è più Roberto ma ora una bambina terrorizzata, ora un assassino in cerca di vendetta. Nessuno sa spiegare cosa sia questa "cosa", non esiste un nome per definirla, ma quando arriva trascina Roberto e il lettore in un oblio devastante, mille voci che implorano aiuto. Giustizia. Vendetta. Il confine è molto sottile e il romanzo procede in equilibrio precario su questo filo invisibile, fino a un finale denso di emozioni. 
Avevo già avuto la fortuna di leggere quest'opera poco meno di un anno fa. All'epoca era un e-book dal titolo La giustizia dei martiri, tra i vincitori del prestigioso torneo letterario Io Scrittore. Allora scrissi di quanto rimasi colpita da quell'esordio, oggi quel romanzo è ancora migliore, più intenso che mai. Un'opera prima eccezionale.
Voto: 9


Citazione: "Il Signore ci ha dato la possibilità di scegliere e noi troppo spesso scegliamo il male."


Colonna sonora: Inverno di Fabrizio De André
Consigliato: a tutti, soprattutto ai più giovani che troppe volte mostrano lacune spaventose sulla nostra storia
Istruzioni per l'uso: una buona tazza di tè bollente, una morbida coperta e una finestra attraverso cui guardare questo freddo inverno che avanza


Buona lettura!

mercoledì 25 gennaio 2012

Liebster Blog

Un altro premio è da poco arrivato ad allietare le giornate della sottoscritta! È quindi con immenso piacere che ringrazio La Leggivendola per aver insignito Bookshelf del Liebster Blog Award. Io sono sempre più senza parole, GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!

Cos'è il Liebster Blog?

La parola Liebster deriva dal tedesco e significa "amabile". In questo caso, blog preferito. Ogni blogger che lo riceve deve consegnarlo ad altri cinque blog preferiti, con meno di duecento follower, altrimenti un sortilegio di antica tradizione gli farà perdere tutti i capelli (non credo sia questa la causa ma meglio non sfidare la sorte).

Poche semplici regole:


1. Il ricevente del premio dovrà ringraziare il blog che l'ha premiato (e questo viene spontaneo) e linkarlo.
2. Dovrà copiare e incollare l'immagine del Liebster Blog
3. Scegliere cinque blog meritevoli con meno di duecento iscritti.
4. Avvisare i blogger con un commento sul loro blog.

I cinque blog che ho scelto sono:
Ancora grazie a La Leggivendola e a tutti voi che passate di qui!

Andrà tutto bene


Titolo: Andrà tutto bene
Autore: Stefano Iannacone
Editore: La Bottega delle Parole
Collana: Ápeiron
Pagine: 151
Prezzo: 10,00 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione: 2011
Genere: narrativa italiana
Codice ISBN: 978-88-90667-404


Trama: Le incertezze della vita universitaria. Le prospettive di un lavoro precario. L’ansia verso l'instabilità sentimentale.
Marco, aspirante giornalista che sogna di diventare scrittore, affronta e cerca di superare quel momento della sua vita in cui ogni cosa sembra aver perso il suo senso. Dietro il suo tormento c’è lei, l’enigmatica Fabiana, pittrice per passione e cameriera per necessità, che vive dipingendo anche solo con gli occhi la realtà che la circonda quotidianamente. Sullo sfondo di una Roma dalle mille possibilità, la vita di Marco si intreccia con quelle di tanti giovani, suoi amici, solo in apparenza più sicuri di lui e diventa lo specchio di una generazione indefinita e tormentata, in equilibrio precario tra la paura e l’ansia tipiche di chi pensa al suo futuro mentre cerca di riappropriarsi di un presente che gli sembra spento e svanito. Un romanzo giovane, appassionante, alternativo, ironico e sarcastico, ma soprattutto riflessivo che diventa la voce di una generazione, la nostra generazione che, nonostante tutto, spera ancora che…ANDRÀ TUTTO BENE!

(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Andrà tutto bene, quante volte ce lo siamo sentiti ripetere dai nostri amici, o peggio dai nostri parenti, in tutti quei momenti in cui il futuro ci sembrava decisamente poco promettente? Una sorta di leitmotiv che accompagna la vita di molti di noi scapestrati giovani fra i 20 e i 30 anni, pieni di entusiasmo e di sogni che sempre più spesso si infrangono sul muro di una realtà dura e a volte incomprensibile. Marco, il protagonista di questo libro, vive una sorta di blocco psicologico, un po' come se si trovasse in un'enorme bolla d'aria in cui ogni movimento è rallentato mentre tutt'intorno la vita procede a doppia velocità. Lo studio per la laurea specialistica va a rilento, i suoi progetti per il futuro sembrano inesorabilmente destinati al macero, sotto il peso di un paese che non è fatto per i giovani, soprattutto se sono dei sognatori idealisti. Marco vuole scrivere, aspira a fare il giornalista, vuole creare una rivista libera e indipendente per condurre le inchieste che nessuno vuole fare. E poi c'è LEI, Fabiana, che l'ha trasformato nel ragazzo depresso e apatico che sta seminando il vuoto attorno a sé. Così il racconto procede su due binari, quello di Marco e quello di Fabiana, due storie che si fondono in una per completarsi a vicenda. Se il personaggio di Marco mi ha a volte irritato per il suo atteggiamento, il suo continuo buttarsi giù, Fabiana l'ho adorata sin dal primo momento. Certo, alla fine vorresti strozzarla, ma non puoi fare a meno di rimaner colpito dal suo carattere, dalla sua forza e dal suo essere se stessa, sempre. Questo libro (non so se definirlo romanzo sia corretto) è una fotografia, a tratti un po' triste ma spesso realistica, della mia generazione, quella generazione che si avvicina ai trent'anni piena di timori perché spesso sembra non ci sia abbastanza spazio per noi. Alcuni passaggi sono forse un po' forzati, e molti aspetti della storia sono esagerati ed estremizzati, ma penso renda bene l'idea dei tempi che stiamo vivendo. Lo stile è semplice e diretto, ben scritto, forse ci sono un po' troppi intercalare: ripetuti troppo spesso perdono di efficacia.
Voto: 6,5


Citazione: "Lasciatemi la possibilità di vivere. Lasciatemi la possibilità di non sentirmi un numero. Lasciatemi la possibilità di avere delle prospettive."


Colonna sonora: Penso Positivo di Jovanotti


Buona lettura!

mercoledì 18 gennaio 2012

Versatile Blogger Award

È sempre con un pizzico di stupore e con estrema gioia che scrivo questi post. Bookshelf ha ricevuto un altro premio, The Versatile Blogger Award e quindi non posso far altro che ringraziare di vero cuore Nereia del blog LibrAngolo Acuto. Mi fa sempre un immenso piacere sapere che il "lavoro" (lavoro, che parolone) svolto su questo blog sia apprezzato. Per me è semplicemente una passione e condividerla con voi è uno stimolo continuo a fare sempre meglio. 

Bando alla ciance, regola vuole che vi racconti 7 cose di me:

  1. Adoro Parigi, pur non essendoci mai stata, il che denota un minimo di pazzia. Spero di riuscire a sopperire a questa grave mancanza entro breve.
  2. Il primo libro che mi ha fatta innamorare della lettura è stato Professione Spia di Lousie Fitzhugh. Avevo circa 9 anni e già si poteva percepire una certa propensione al mistero e alle indagini.
  3. Alcuni film hanno la capacità di farmi piangere come una bambina, comincio a versare lacrime all'infinito e diventa difficile fermarmi.
  4. Detesto gli impiccioni, quelli che hanno la presunzione di sentenziare sempre su tutto e tutti e le persone che ti danno subito confidenza, anche se ti hanno appena conosciuto. 
  5. Anche se a volte non sembra sono molto timida, ma davvero tanto!
  6. Anni fa avevo due pesci rossi, si chiamavano Vasco e Jaric
  7. Fra poco è il mio compleanno

    Ed ecco i blog a cui ho deciso di girare questo riconoscimento: 
    Spero di non avervi annoiato! Un abbraccio a tutti voi!

    martedì 17 gennaio 2012

    Una solitudine troppo rumorosa


    Titolo: Una solitudine troppo rumorosa
    Autore: Bohumil Hrabal
    Titolo originale: Inzerát na dûm, ve kterém už nechci bydlet
    Traduzione: Sergio Corduas
    Editore: Einaudi
    Collana: Einaudi Tascabili. Scrittori
    Pagine: 99
    Prezzo: 9,50 €
    Formato: brossura
    Anno 1ª edizione originale: 1965
    Anno 1ª edizione italiana: 1968
    Genere: narrativa europea
    Codice ISBN: 978-88-06-18151-2

    Trama: A Praga, nelle viscere di un vecchio palazzo, un uomo, Hanta, lavora da anni a una pressa meccanica trasformando libri destinati al macero in parallelepipedi sigillati e armoniosi, morti e vivi a un tempo, perché in ciascuno di essi pulsa un libro che egli vi ha imprigionato, aperto su una frase, un pensiero: sono frammenti di Erasmo e Laozi, di Hölderlin e Kant, del Talmud, di Nietzsche, di Goethe.
    Professionista per necessità della distruzione dei libri, Hanta li ricrea incessantemente sotto forma di messaggi simbolici, rinnovando a ogni istante il prodigio del pensiero creativo che sgorga spontaneo al di là e nonostante i modelli canonici della società e della cultura.
    (dalla quarta di copertina)

    Giudizio personale: Ci sono libri che hanno un valore impossibile da calcolare perché possiedono la straordinaria capacità di lasciare un solco indelebile in chi ha la fortuna di leggerli. Ti segnano nel profondo lasciandoti una meravigliosa cicatrice che ti accompagnerà per il resto della vita. Una solitudine troppo rumorosa entra di diritto in questa categoria di libri, senza se e senza ma. Io l'ho scoperto per caso, leggendone una recensione su aNobii, ma più che dal commento ero rimasta folgorata dal titolo di quest'opera. Un titolo di cui mi sono innamorata a prima vista, anzi a prima lettura, perché l'ho sentito subito così mio in un modo che non so nemmeno spiegarvi. In quel titolo io ho semplicemente visto me stessa. Una volta acquistato però ne ho rimandato la lettura per diversi mesi, quasi timorosa di leggervi una storia deludente: si sa, quando le aspettative sono molto alte, le delusioni sono ancora più cocenti. Dopo averlo iniziato, mi sono invece ritrovata a centellinarne la lettura, avanzando poco a poco in una storia meravigliosa, ansiosa di scoprirne le evoluzione e al tempo stesso volendo prolungarne la durata in eterno: un po' come, giocando a carte, si scopre molto lentamente la carta appena pescata, con gli occhi pronti a cogliere il segno che ci farà sbancare il tavolo. Ecco, questo romanzo ha decisamente sbancato il tavolo. Hanta, il protagonista, lavora da moltissimi anni a una pressa meccanica, segnando l'ultimo momento di vita dei libri destinati al macero. Questo lavoro, come lui stesso ripete svariate volte, l'ha istruito contro la sua volontà, riempiendogli la vita con un fiume inarrestabile di parole: parole piene di significato, parole taglienti come la carta su cui sono scritte. E mentre pressa pagine e pagine di filosofia, romanzi e enciclopedie, cerca e riserva per la sua personale "biblioteca" i libri che catturano il suo sguardo attento. Per questo la casa di Hanta è piena di volumi fino all'inverosimile, non esiste quasi più spazio vitale: i libri occupano ogni angolo, ogni minuscola superficie, trasformando l'abitazione in un luogo magico. La solitudine troppo rumorosa è proprio quella che vive Hanta, uomo solo in una casa piena di libri che, come se fossero dotati di vita propria, fanno sentire la loro presenza con costanti scricchiolii. La vita del protagonista è scandita dai ritmi regolari della sua pressa fino al giorno in cui la modernità arriva a Praga, nelle vesti di una grandissima e tecnologica pressa, capace di svolgere in solo giorno il lavoro di venti operai: per Hanta è l'inizio della fine. Un dramma interiore lo divora, un dolore quasi fisico per un mondo che non comprende, per una società che viaggia troppo velocemente.
    Surreale, emozionante e doloroso, questo libro mi ha illuminata, con il suo stile unico e originale, spesso ridondante e ripetitivo, capace però di toccarti l'anima. Un'emozione continua, fin quasi alle lacrime, per un amore così immenso e trascinante per i libri e la cultura più in generale. 
    Voto: 10

    Citazione: "Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con in caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie , delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti, e così in questi trentacinque anni mi sono connesso con me stesso e col mondo intorno a me, perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, s'infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari."

    Colonna sonora: Fuori dal mondo di Ludovico Einaudi
    Consigliato: ai sognatori, a chi vive la lettura anche come "rapporto fisico" con i libri
    Istruzioni per l'uso: non abbiate fretta di finirlo, ma godetevelo fino all'ultima pagina

    Buona Lettura!

    venerdì 13 gennaio 2012

    Il club dei filosofi dilettanti


    Titolo: Il club dei filosofi dilettanti
    Autore: Alexander McCall Smith
    Titolo originale: The Sunday Philosophy Club
    Traduzione: Giovanni Garbellini
    Editore: TEA
    Collana: TeaDue
    Pagine: 263
    Prezzo: 8,60 €
    Formato: brossura
    Anno 1ª edizione originale: 2004
    Anno 1ª edizione italiana: 2006
    Genere: giallo, narrativa scozzese
    Codice ISBN: 978-88-502-1373-3


    Trama: Per la colta e raffinata Isabel Dalhousie, fondatrice del Club dei filosofi dilettanti di Edimburgo, una serata all'opera è sempre un momento di riposo e di serenità. Ma quando un giorno, al termine di una rappresentazione, vede un giovane precipitare giù dal loggione, intuisce che quella caduta non è affatto accidentale, come la polizia vorrebbe far credere. Dotata di grande sensibilità e di senso morale, Isabel da perspicace filosofa si trasforma immediatamente in investigatrice. Aiutata dalle persone a lei più care - Cat, l'adorata nipote, Jamie, l'affascinante ex fidanzato di Cat e Grace, la fedele governante -, Isabel indaga e scopre che dietro le suggestive atmosfere e gli splendidi paesaggi urbani di Edimburgo si celano tensioni e appetiti, tanto voraci quanto immorali...
    (dalla quarta di copertina)

    Giudizio personale: Prima esperienza con Alexander McCall Smith e, se devo essere sincera, ne esco piuttosto perplessa. Non posso dirmi completamente insoddisfatta, ma ritengo che questo romanzo abbia diversi punti deboli, uno su tutti il finale. Ma prima di arrivare alle ultime pagine di questo libro, su cui mi dilungherò più avanti, ci sono molte altre cose di cui parlare. La protagonista di questa storia è Isabel Dalhousie, affascinante donna di mezza età responsabile della "Rivista di etica applicata" nonché presidentessa del Club dei filosofi dilettanti. Una sera, al termine di un concerto di musica sinfonica alla Usher All, assiste alla morte di un ragazzo, che precipita da un loggione proprio davanti ai suoi occhi. Questo episodio la turberà oltre misura, fino quasi a diventare un'ossessione e, in seguito a una serie di incontri casuali, Isabel decide di fare luce su questa morte che la polizia sembra voler catalogare come suicidio. Così la nostra protagonista, un po' Miss Marple un po' Jessica Fletcher, mettendo il naso in affari molto delicati, riesce a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Isabel è un personaggio molto particolare (ancora non ho capito se mi piace): estremamente brillante, intelligente e in possesso di un bagaglio culturale invidiabile, a tratti diventa di difficile sopportazione per via delle continue intromissioni nella vita della nipote. È quantomeno singolare che un'accanita sostenitrice dell'etica e della filosofia sia così curiosa ed invadente, seppur ogni sua intrusione sia frutto dell'affetto che prova per Cat o nata dal desiderio di trovare risposte sensate per una morte così assurda. Non so perché, ma Isabel mi ricorda la professoressa Roberta de Monticelli: non chiedetemi da dove arrivi questa mia pazza similitudine, ma già dopo poche pagine nella mia mente è scattata questa strana associazione. Ma torniamo al romanzo, di cui un punto forte è sicuramente l'ambientazione: c'è tanta Scozia in questo libro, una Scozia spesso sconosciuta ai più, una Scozia ricca di artisti e filosofi, una Scozia che sembra quasi essersi fermata nel tempo. Spesso durante la lettura ho avuto la sensazione di avere per le mani un romanzo ambientato a cavallo fra '800 e '900, grazie a uno stile d'altri tempi e alla quasi totale mancanza di riferimenti temporali e alla tecnologia: nessuna ossessione per super gadget informatici che vanno tanto di modo, nessuna marca in bella mostra (cosa che detesto e che sempre più spesso mi capita di trovare nei "super best sellers"), quasi un romanzo anacronistico, fuori dal tempo e dallo spazio. Purtroppo però non sempre lo stile narrativo di McCall Smith solletica il lettore, in alcune passaggi anzi lo infastidisce. Il romanzo infatti è a tratti prolisso a causa delle continue divagazioni ed elucubrazioni mentali della protagonista, la quale, in ottemperanza al suo titolo di filosofa, parte da un minuscolo problema e ne fa un caso accademico, tirando in ballo perfino Kant. Ora, questo giochino è carino e interessante all'inizio, ma quando per ogni minima questione ci si ritrova con un panegirico filosofico senza fine si corre il rischio di perdere il filo logico del romanzo. Un punto a suo favore l'autore lo segna con un particolare sottotesto erotico, nemmeno tanto velato, che caratterizza spesso e volentieri i pensieri di Isabel, e che se non altro offre una variante divertente e insolita alla sua altrimenti troppo rigida e inflessibile visione della vita. Il finale però è stata una grandissima delusione, non tanto per chi incarna il colpevole, quanto per come Isabel decide di gestire la sua scoperta. Vi assicuro che le ultime due pagine mi hanno lasciata interdetta, senza parole. Ho chiuso il libro con l'amaro in bocca: insomma, dopo tutte queste belle parole sull'onestà e la morale finisce così? No, davvero non ci siamo. O forse sono io a essere abituata male, con tutti i thriller americani che leggo. Mi concederò un'altra avventura di Isabel Dalhousie per capire meglio come la penso su questo autore.
    Voto: 6 meno meno


    Citazione: "A questo serviva l'educazione, a evitare le frizioni tra le persone, regolando i termini dell'incontro con gli altri. Se ambo le parti in causa sapevano cosa avrebbe dovuto fare l'altro, era improbabile che si arrivasse a uno scontro. E funzionava a ogni livello, dalle minime interazioni tra due persone ai rapporti tra le nazioni. Il diritto internazionale, in fin dei conti, non era che un galateo su larga scala."


    Colonna sonora: Scarborough Fair di Simon & Garfunkel
    Consigliato: se siete il tipo di persone che ama intromettersi nella vita altrui (a fin di bene però)


    Buona Lettura!

    domenica 8 gennaio 2012

    Harry Potter e il prigioniero di Azkaban


    Titolo: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
    Autrice: J. K. Rowling
    Titolo originale: Harry Potter and the prisoner of Azkaban
    Traduzione: Beatrice Masini
    Illustrazioni: Serena Riglietti
    Editore: Salani
    Pagine: 366
    Prezzo: 14,00 €
    Formato: brossura
    Anno 1ª edizione originale: 1999
    Anno 1ª edizione italiana: 2000
    Genere: narrativa per ragazzi, fantasy
    Codice ISBN: 978-88-8451-612-1


    Trama: «Non vado in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano me». Così dice Harry Potter, giovane studente della prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ai suoi amici. E infatti Harry non è al sicuro: un famigerato assassino è evaso dalla terribile prigione di Azkaban e gli sta dando la caccia, deciso a ucciderlo. Forse questa volta nemmeno la scuola magica, nemmeno gli amici più cari possono aiutarlo, non quando tra loro si nasconde un traditore...
    In un vortice di emozionanti colpi di scena, tra mappe stregate e ippogrifi scontrosi, zie volanti e libri che mordono, Harry Potter conduce il lettore nel terzo capitolo delle sue straordinarie avventure.
    (dal risvolto di copertina)

    Giudizio personale: Ebbene sì, lo devo ammettere: sono ufficialmente entrata nel tunnel di Harry Potter. Intendiamoci, non è stata una cosa poi così difficile, visto l'amore che già provavo per i rispettivi film, ma ora, ormai giunta al terzo romanzo della Rowling, posso dirmi davvero Potter-dipendente. L'unica cosa che mi dispiace è aver dato la precedenza alla saga cinematografica rispetto a quella letteraria (cosa peraltro insolita per me): mi consola il fatto che almeno per l'ultimo capitolo posso rimettere le cose nell'ordine più giusto, non avendo ancora visto i due film. Ma veniamo a noi e a questo terzo romanzo di quella che è diventata forse la saga più famosa al mondo. Il terzo anno di studio a Hogwarts non è ancora cominciato, ma come sempre per Harry i guai non mancano, e quest'anno si preannuncia ancora più ostico dei precedenti. La causa è Sirius Black, pericoloso criminale evaso dalla prigione di Azkaban e sulle tracce del nostro maghetto. La fuga di Black fornisce l'occasione per fare un po' di luce e fornire ulteriori particolari sulla terribile morte di James e Lily Potter. In un susseguirsi di emozioni e avventure, Harry trascorrerà questi dieci mesi sempre al limite dell'incredibile, tra esplosioni di gioia e rivelazioni dolorose e insopportabili. Questo è l'anno della svolta.
    Harry Potter sta crescendo e con lui cresce anche il livello dei romanzi; ad oggi posso dire che questo è il mio preferito della saga. La trama si fa più intricata e intensa, così come sempre più intense sono le emozioni provate dai protagonisti. C'è tanta rabbia in questo romanzo, rabbia per quello che è stato perso e sarebbe potuto essere, rabbia per un tradimento imperdonabile. Una rabbia espressa però in modo non distruttivo, una rabbia che ammette la pietà. E poi c'è questa amicizia bellissima e forte, più forte di qualsiasi altra cosa, che lega Harry, Ron e Hermione. Un'amicizia che supera liti e incomprensioni brillantemente, e che sempre più affonda le sue radici in un sentimento profondo e sempre più maturo, un'amicizia per difendere la quale i tre protagonisti sarebbero disposti a perdere la vita. Harry sta crescendo, dicevo poc'anzi, ma tutti gli altri personaggi crescono con lui, e la Rowling riesce a dare corpo e carattere ad ognuno di loro in maniera magistrale. E in questo libro anche i professori sono decisamente in netto miglioramento: la professoressa McGranitt è semplicemente stupenda, specialmente quando si trasforma in sfegatata tifosa di Quidditch; Silente, neanche a dirlo, è meravigliosamente saggio e ironico; Piton è terribile, sempre più perfido (o quanto l'ho detestato durante questa lettura), e Lupin è l'insegnante che tutti vorremmo avere. Ma in assoluto il personaggio migliore di questo romanzo è Sirius Black, un concentrato di arguzia, caparbietà e mistero, in una sola parola: FAVOLOSO! Sempre più gotico e maturo, questo Harry Potter mi piace ogni giorno di più, soprattutto per come l'ironia viene sapientemente miscelata a tinte dark e a momenti tristi e commoventi: questa alternanza di emozioni accompagna il lettore fino all'ultima pagina, in un crescendo di trepidazione e speranza. E, appena chiuso il libro, già si è pronti a ricominciare. Il quarto anno è lì che aspetta.
    Voto: 9


    Citazione: "Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui."


    Colonna sonora: Ramalama Bang Bang di Roisin Murphy
    Consigliato a: tutti
    Istruzioni per l'uso: chiudete gli occhi e......MAGIA!


    Buona Lettura!

    martedì 3 gennaio 2012

    Ritorna Per Un Pugno di Libri

    È con somma gioia che scrivo questo post. L'8 gennaio infatti, ricomincia su RaiTre uno dei miei programmi televisivi preferiti: Per un Pugno di Libri! Temevo che quest'anno la trasmissione non sarebbe ripartita, nonostante le rassicurazioni di Neri Marcorè che, lasciando la conduzione nel maggio scorso, aveva fatto capire che una nuova serie ci sarebbe stata. E questa volta mamma Rai non ha tradito le mie attese! Anno nuovo, conduttrice nuova. Da domenica a presentare il quiz libresco più bello della TV ci sarà Veronica Pivetti, e devo dire che questa scelta mi piace molto (anche se sentirò infinitamente la mancanza di Neri), affiancata come sempre dal professor Piero Dorfles. E per la felicità mia e, sono sicura, di moltissime di voi, il gioco parte da un romanzo meraviglioso, Orgoglio e Pregiudizio della cara zia Jane.

    L'appuntamento è quindi per questa domenica, 8 gennaio, alle 18.00 su RaiTre! Non mancate!

    lunedì 2 gennaio 2012

    2011: Un anno di letture

    È tempo di bilanci. Un anno se ne va, uno nuovo inizia, quindi è il momento migliore per fare un breve riassunto dei 365 giorni appena passati. Tranquilli, non voglio farvi il resoconto della mia vita, che peraltro sarebbe di una noia mortale, ma approfitto del meme che Federica e Strawberry mi hanno gentilmente girato per tirare le somme delle mie letture. Il 2011 è stato, da un punto di vista letterario, un anno positivo: non posso dire di essermi imbattuta in libri veramente brutti, in generale sono soddisfatta. Questo è stato anche l'anno del mio primo contatto con gli e-book, dapprima per motivi lavorativi poi per diletto. Inizialmente stampavo tutti gli e-book che mi venivano inviati, poi ho capitolato, acquistando un e-reader, perché questa operazione cominciava a costarmi un capitale (la copisteria sotto casa ancora mi adora). Fin'ora sono riuscita a limitare la lettura digitale al solo ambito del lavoro e credo che continuerò su questa strada: a me l'e-book proprio non piace. Io AMO i libri in formato cartaceo, voglio sentire la carta tra le mani, voglio provare il piacere di sfogliare pagine su pagine, insomma l'editoria digitale non mi avrà mai!
    Il nuovo anno inizia tra scaffali stracolmi di libri, da qui nasce uno dei miei buoni propositi per il 2012: dare una regolata ai miei attacchi di shopping compulsivo di libri, portafoglio e mensole di casa ringraziano! Per aiutarmi mi sono iscritta ad almeno 5 sfide del meraviglioso gruppo di aNobii Readers Challengeche ho scoperto grazie a SiMo85. Molte di queste sfide (per citarne alcune: la sfida Salva-comodino, quella dei Buoni propositi e quella dell'Alfabeto) richiedono la presentazione della lista delle letture che avete intenzione di fare, questo mi dovrebbe aiutare a smaltire un po' di libri arretrati! Vi consiglio di dare una sbirciatina a questo gruppo, troverete sfide per tutti i gusti!


    Ma ora veniamo al meme e alle sue 15 domande.
    Qui potete trovare la versione 2010.

    1. Quanti libri hai letto nel 2011?
    Stando alle statistiche aNobiane 47, esclusi diversi libri letti per lavoro. Si può migliorare!

    2. Quanti erano fiction e quanti no?
    Dunque, a conti fatti direi che quasi tutti fossero fiction, per la precisione 41.

    3. Quanti scrittori e quante scrittrici?
    Vincono ancora i maschietti, 28 a 19

    4. Il miglior libro letto?
    Difficile domanda, ci sono stati diversi romanzi che mi hanno davvero sorpresa. Fra questi sicuramente spicca Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys, che mi ha emozionato moltissimo.

    5. E il più brutto?
    Come dicevo poco fa, non posso dire di aver letto libri veramente brutti quest'anno. Ci sono stati però alcuni romanzi da cui mi aspettavo molto e che invece mi hanno delusa molto, fra questi direi: La ballerina dello Zar di Adrienne Sharp, che ho iniziato piena di aspettative ma che ho trovato a tratti prolisso e la cui protagonista era veramente insopportabile, e La bambina che raccontava i film di Hernán Rivera Letelier, libro dalle ottime premesse ma che mi ha lasciata con una strana sensazione di incompiutezza, peccato.

    6. Il libro più vecchio che hai letto?
    La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, del 1848

    7. E il più recente?
    Licenziare i padreterni di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

    8. Qual è il libro con il titolo più lungo?
    A occhio e croce penso sia Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen di Gianluca Morozzi

    9. E quello con il titolo più corto?
    XY di Sandro Veronesi

    10. Quanti libri hai riletto?
    Solo uno, Bar Sport di Stefano Benni. Non amo molto rileggere i libri, ho sempre l'impressione di togliere tempo a quelli che ancora aspettano di essere sfogliati. Ammetto però che alcuni romanzi meritano davvero una o più riletture.

    11. E quali vorresti rileggere?
    Così, d'istinto direi: 1984 di George Orwell, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Piccole Donne di Louise May Alcott e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.

    12. I libri più letti dello stesso autore quest'anno?
    Carlos Ruiz Zafón di cui ho letto 3 romanzi.

    13. Quanti libri scritti da autori italiani?
    Ne ho letti molti di più rispetto allo scorso anno, in totale 17. Gli autori stranieri sono ancora quelli che preferisco.

    14. E quanti libri letti sono stati presi in biblioteca?
    Nessuno. Io adoro la biblioteca ma non prendo mai libri in prestito. 

    15. Dei libri letti quanti erano in e-book?
    Uno solo (avendo escluso da questo meme quelli letti per lavoro). Ribadisco, io e la lettura digitale siamo su due universi separati.

    A questo punto regola vuole che io passi questo meme ad altri 5 blogger, ma quest'anno ho deciso di non farlo. Non voglio scegliere solo 5 persone, perciò lo lascio a vostra disposizione. Una volta fatto magari postate il link qui sotto nei commenti, mi piacerebbe moltissimo venire a curiosare fra le vostre risposte.
    Aspettando numerosi i vostri commenti, vi auguro come sempre

    Buona Lettura!

    Muovendo i primi passi nel 2012


    Hope
    Smiles from the threshold of the year to come, Whispering 'it will be happier'... 
    (Alfred Tennison)

    E anche il 2011 infine se n'è andato. Per quanto mi riguarda è stato un anno strano, né positivo né negativo. Spero fra qualche anno, guardandomi indietro, di poter affermare che questo che si è appena concluso sia stato un anno di transizione. Vedremo. Il 2012 inizia fra mille speranze, sogni e domande a cui spero di dare qualche risposta. Mi auguro che questo possa essere un anno ricco di avvenimenti e serenità, e che mi porti anche un pochino di tranquillità. Ne ho bisogno.
    Auguro a tutti voi di vivere questo 2012 pienamente, con intensità e spero davvero che vi porti tanta tanta gioia! Maya permettendo :-)
    Un abbraccio forte a tutti voi!
    Italian Blogs for Darfur
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